PERCHÉ GLI ASTRONAUTI INDOSSANO LA TUTA SPAZIALE?
Ciò che alcuni scrittori avevano presentato, solo qualche anno fa, come una serie di eventi fantascientifici, si sta tramutando oggi in realtà. La conquista dello spazio non è più un parto della fantasia ma un traguardo ormai raggiunto dalla tecnica moderna.
Se un tempo la scoperta di nuove terre, l'esplorazione di nuovi continenti e di zone ancora sconosciute del nostro pianeta richiedevano una buona dose di coraggio, un fisico robusto capace di affrontare privazioni e fatiche d'ogni genere e una vigorosa fede nelle proprie risorse, oggi, per l'esplorazione dello spazio, occorrono sì coraggio e particolari doti fisiche, ma occorrono fede nella scienza, preparazione tecnica, mezzi ed attrezzature eccezionali.
In tempi recenti è sorta una nuova branca della medicina, la medicina spaziale, che studia tutti gli effetti prodotti dall'innaturale contatto tra l'uomo e lo spazio cosmico, il comportamento e le reazioni delle attività vitali in condizioni di volo spaziale, l'azione patogena dei vari fattori nocivi presenti nello spazio e quindi le opportune misure di sicurezza e di protezione dell'astronauta. Per quanto riguarda queste misure, la medicina spaziale ha dovuto preordinare, in collaborazione con le altre scienze fisiche e naturali, dei dispositivi di difesa contro le radiazioni e le meteoriti, contro gli effetti dell'imponderabilità, di cui abbiamo parlato in precedenza, studiare le particolari condizioni neuropsichiche degli astronauti, assicurare infine la rigenerazione dell'aria nelle capsule, la riserva di sostanze alimentari e la rinnovazione delle sostanze di rifiuto.
Per quanto riguarda gli effetti della tremenda sollecitazione a cui gli astronauti sono sottoposti durante l'entrata in orbita, è stata studiata una speciale tuta, detta «anti-g».
Questa tuta, opportunamente pressurizzata, isola completamente l'astronauta dal mondo esterno ed è praticamente costituita da elementi elastici di contenimento, disposti nei punti fisiologicamente più esposti agli effetti della pressione dinamica provocata dalla centrifugazione. Questi elementi reagiscono automaticamente all'accelerazione e entrano in tensione in modo da costringere gli arti o gli organi sottoposti allo sforzo tremendo a mantenere il più possibile la posizione normale.
È interessante ricordare, comunque, che l'accelerazione durante la prima fase del volo (che, grazie a Dio, è piuttosto breve!) provocano una grave alterazione nella distribuzione della massa sanguigna che si realizza nell'accumulo di questa in un particolare distretto opposto. Se le sollecitazioni, ad esempio, agiscono in direzione dell'asse testa-piedi, la massa sanguigna viene spinta ad accumularsi ai piedi determinando l'anemizzazione di centri encefalici. con conseguente perdita di conoscenza. Nel caso contrario si verifica, invece, l'accumulo eccessivo di sangue alla testa con conseguenti emorragie endocraniche gravissime.
La tuta anti-g, dunque, pur aiutando, non risolve interamente il problema delle sollecitazioni, la cui soluzione è dovuta alla posizione dell'astronauta e al distretto somatico su cui si dirigono gli effetti dell'accelerazione. J. Gagarin, nel 1961 ha affrontato il primo lancio in posizione tale da ricevere il carico dell'accelerazione in direzione petto schiena, riuscendo, come sappiamo, a superare brillantemente la prova.